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Problemi psicologici - Togliere collare
Risponde: Psicologo
26/10/2017

Domanda
Ho un grosso problema, ed avrei bisogno di un parere di uno psicologo in merito.
Schiavo collarato da due anni e più, sono mesi che ormai non fa più pratiche BDSM, non riesce, ha problemi di depressione ed ansia con attacchi di panico correlati ad una pressione alta. E, come se non bastasse, poco controllo dell'uso degli alcolici, pur avendo provato in tutti i modi di aiutarlo, portandolo dal medico più volte, verificando che prendesse i farmaci, continua ad avere tali problematiche ormai da un anno quasi (non vuole aiuti da psicologici medici... neppure da me), non ne sono venuta a capo di nulla, non posso interagire in ambito BDSM se non per il forte legame di appartenenza che ci unisce. Abbiamo un regime di appartenenza assoluta collarato 24 ore su 24 ripeto da più di due anni, ma non è più sostenibile la situazione. L'ultima cosa che vorrei fare è levare il collare, ma non riesco a capire se magari invece questo potrebbe essergli di giovamento, ho paura che levandoglielo possa capitare il peggio del peggio. Non ho intenzione di abbandonarlo, ma in cuor suo sente la perdita del collare come un abbandono, anche se in realtà non sarebbe così. Ritengo che ci siano dei problemi che vanno al di la del BDSM nella sua persona. Come posso fare? Anche perché poi vorrei stargli vicino, non voglio allontanarmi da lui. Ora non posso esplicitare le dinamiche di mesi ma non so più come e cosa fare e non so se in questi momenti sia meglio o peggio togliere il collare ad una persona che ha un regime di appartenenza assoluta e totale 24/7/365 e un collare tenuto 24 ore su 24 Aspettare? Ma aspettare cosa? Anche io comincio ad avere ansie da qualche mese e non mi sembra più sano ne sicuro ne consensuale. Anche come amica non ascolta, avendo lui forti instabilità emotive e di reazione psicofisiche.
Sono mesi, ripeto, che non gli faccio fare più alcuna pratica di proposito ma sono consapevole che un collare è un "peso" psicologico molto forte per chi ci crede. Vorrei un parere da un esperto, sono in una situazione di stallo, ora è un mese che non ci vediamo per reciproca volontà in quanto litigavamo di continuo, è un continuo tira e molla, qualcuno può darmi una mano? Ci sono giorni che mi dice che non gli interessa il BDSM e giorni invece che dice che gli importa. Non vorrei che la situazione degenerasse. Gli ho dato mesi, settimane, tutto il tempo necessario, ma ora dopo un quasi un anno non so veramente più che pesci prendere. Un consiglio: vorrei toglierli il collare ma poi mi sembra come se togliessi la fede al dito ad un marito malato. Per me essere domina ed avere un 24/7 schiavo personale vuol dire prendersi un impegno a 360 gradi 24 ore su 24, non basta solo gestire e controllare, bisogna prendersene cura ed avere tanta sana pazienza, ma ammetto di essere arrivata agli sgoccioli e di non sapere più come affrontare la situazione per risolverla.
Grazie anticipatamente per il supporto. Il regime SSC stabilisce che debba essere sano sicuro e consensuale, perfetto, ma in questo caso è sano togliere un collare? E in che modo? Io vorrei toglierglielo anche perché comunque da tempo ho bloccato tutte le attività annesse, perché secondo me ora non ha i pesi e le misure, ma come si toglie un collare ad una persona in questa situazione potrebbe scompensare ancora di più il suo l'equilibrio interiore? Vi chiedo col cuore in mano un consiglio, ci sono sentimenti profondi in gioco, ma la salute la consensualità e la sicurezza a mio avviso vengono prima di ogni altra cosa, avendo basato da sempre il nostro rapporto sulla fiducia ed il rispetto.
Grazie

Risposta
Salve, considerando la gravità del quadro che mi presenta (depressione, ansia, attacchi di panico, poco controllo dell’uso dell’alcool) ed il rifiuto da parte del suo slave di farsi aiutare, rifletterei sul suo sentirsi “arrivata agli ? sgoccioli”. Nessuno può avere certezze sulle possibili conseguenze “di togliere il collare”, ma è davvero sicura che lui percepirebbe questo gesto come un abbandono? Considerando il fatto che da quello che mi racconta sono mesi che non fate più pratiche bdsm questo collare in realtà è come se già non ci fosse più, manca solo una ufficializzazione del “togliere il collare”. Interrompere una relazione bdsm non esclude che lei possa rimanere vicino a quest’uomo in qualità di compagna (amica?) che lo sostiene. Le ricordo però che questo non deve farle perdere di vista la gravità del quadro clinico, che se non adeguatamente trattato potrebbe ulteriormente peggiorare.
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BDSM ed autolesionismo
Risponde: Psicologo
20/10/2017

Domanda
Salve, vorrei chiederle cosa consiglierebbe ad una ragazza autolesionista che decide di scoprire le dinamiche bdsm nel ruolo di slave? Presupponendo l'esistenza nella stessa di un buon spirito critico e la voglia di vivere le dinamiche sadomaso come strumento per analizzare le proprie manie masochistiche e studiare le proprie emozioni i in merito, crede possa essere utile o anzi potenzialmente pericoloso? Grazie in anticipo per la risposta



Risposta
Salve, ritengo sia estremamente pericoloso assumere il ruolo di slave-masochista. Questo molto probabilmente rischierebbe di rinforzare le sue tendenze autolesioniste, che andrebbero invece approfondite ed affrontate con un apposito percorso terapeutico, preferibilmente orientato al qui ed ora.
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Disubbidienza patologica
Risponde: Psicologo
17/08/2017

Domanda
Salve, sono una giovane slave e da qulache tempo appartengo al mio Padrone che amo molto profondamente.
non è la mia prima esperienza come schiava ma è sicuramente la più appagante. Il mio problema, gravissimo visto il mio ruolo, è la disubbidienza, non ricordo mai i suoi ordini oppure non li eseguo volontariamente e questo mio atteggiamento è decisamnete antitetico al mio desiderio di essere perfetta per lui. A cosa potrebbe essere dovuto se c'è una causa?
grazie

Risposta
Salve, ha mai riflettuto su come si sente nel momento in cui decide di disubbidire più o meno intenzionalmente al suo padrone? È contenta? Si sente in colpa? Oppure…? Mi chiedevo inoltre se il suo essere “un po’ ribelle” determinasse poi delle conseguenze. Il padrone quando lei “non è perfetta per lui” la punisce? O come reagisce?
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Psicologa
Risponde: Psicologo
29/06/2017

Domanda
Da Settembre ho cominciato una terapia presso questa psicologa, che mi era stata raccomandata per la professionalità, con sessioni settimanali.
Già dall'incontro preliminare le avevo fatto presente che il problema che volevo affrontare era il blocco della sessualità che mi sono imposta fin da piccola per far fronte ad inclinazioni dominanti e sadiche. Dopo mesi nei quali abbiamo toccato i più disparati argomenti, toccando solo marginalmente l'argomento cuore della questione, mi sono resa conto della sua ignoranza anche del "lingo" più basico. Confrontata in proposito le ho chiesto perchè, dato che le sottoponevo un caso di sessualità non tradizionale non si fosse informata o avesse approfondito a riguardo. Mi ha risposto che preferisce che sia io a dirle e spiegarle tutto in proposito.
Ora mi chiedo: è un modus operandi valido?

Risposta
Salve, ogni collega ha il suo modus operandi, sul quale a meno che non vengano violati i principi etici e deontologici non si può sindacare. Quello su cui invece le consiglio di riflettere è se per lei è un modus operandi valido e funzionale. Mi racconta che il percorso terapeutico ha avuto inizio a settembre, con una specifica richiesta portata da lei, è vero che la collega potrebbe aver valutato necessario, una volta effettuato l’assessment (i primi colloqui conoscitivi e valutativi che permettono di ricostruire la storia della persona e la storia del problema) occuparsi di aspetti che a lei sembrano marginalmente legati alla sua specifica richiesta, cosa che le avrebbe comunque dovuto comunicare (si è soliti dopo un breve periodo conoscitivo o assessment comunicare al paziente l’esito delle proprie riflessioni e le aree su cui si reputa importante lavorare). Come è proceduta la terapia una volta che la collega le ha comunicato che preferiva fosse lei a spiegarle e a parlarle di…?
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In Merito all'attaccamento
Risponde: Psicologo
15/06/2017

Domanda
Buongiorno dottore, pratico bdsm con alcuni slave.
Potrebbe verificarsi la possibilità di un distacco piuttosto che di un evoluzione del rapporto per alcuni di loro.
Vorrei prevenire i rischi legati all'investimento nei miei confronti da parte loro e vorrei domandarle se esistono strategie per prevenire i rischi correlati al trauma del distacco.
La domanda ha lo scopo di inserire in un discorso di cura ed accudimento anche un aspetto etico che non trascuri l'eventualità e quindi prevenga la possibilità di eventi traumatici.
la ringrazio molto per la cortese attenzione.

Risposta
Salve, non può gestire l’investimento che un’altra persona ha su di lei, in quanto non si può dettare legge su i complessi meccanismi che governano l’attaccamento. Può solo stabilire dei patti chiari che possano a priori far si che le persone non si illudano di qualcosa che non potrà mai essere, ma non può evitare il trauma del distacco, fisiologico quando ad esempio si è investito molto in un rapporto.
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