
Roma - dal 29 maggio al 15 giugno 2008
Quali corpi quale carne
La mostra sceglie di abitare lo spazio che si apre tra due precisi riferimenti concettuali: il corpo inteso come prodotto della norma e spazio abitato dal soggetto tradizionale del moderno e la carne intesa come dimensione non rigidamente normativa, ma pulsante, ibrida, postmoderna, irriducibile a definizioni e classificazioni
orario: dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20, venerdì 30 maggio dalle 21 alle 24
(possono variare, verificare sempre via telefono)
biglietti: ingresso libero
vernissage: 29 maggio 2008. ore 19
curatori: Francesco Paolo Del Re, Antonio David Fiore
autori: Azt, Matteo Basilé, Zaelia Bishop, Alessio Bogani, Stuart Sandford, Fernanda Veron, Paola Zampa
telefono evento: +39 3200823405
genere: fotografia, arte contemporanea, collettiva
email: mostracrocevia@gmail.com
web: www.romapride.it
Dare
ospitalità a flussi di desideri, reti di relazioni e moti identitari
delle soggettività contemporanee: è questo l’obiettivo della mostra
collettiva quali corpi quale carne, che inaugura a Roma il 29 maggio
alle ore 19.00 presso il centro culturale Rialtosantambrogio (Complesso
Monumentale di S. Ambrogio alla Massima, via S. Ambrogio 4),
organizzata dal Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma e
curata da Francesco Paolo Del Re e Antonio David Fiore, nell’ambito
delle iniziative del Roma Pride 2008. Evento inaugurale della lunga
settimana del Pride, che culmina con la manifestazione di piazza del 7
giugno, la mostra raccoglie opere degli artisti Azt, Matteo Basilé,
Zaelia Bishop, Alessio Bogani, Stuart Sandford, Fernanda Veron, Paola
Zampa e sarà visitabile fino al 15 giugno.
quali corpi
quale carne intende promuovere una riflessione sulle forme di
rappresentazione del corpo, con particolare attenzione alle
soggettività gay, lesbiche, transgender e queer.
La mostra
sceglie di abitare lo spazio che si apre tra due precisi riferimenti
concettuali: il corpo inteso come prodotto della norma e spazio abitato
dal soggetto tradizionale del moderno e la carne intesa come dimensione
non rigidamente normativa, ma pulsante, ibrida, postmoderna,
irriducibile a definizioni e classificazioni. L’asse semantico
corpo-carne è la linea di sviluppo lungo la quale situare una serie di
rappresentazioni e di esperienze artistiche.
Il punto di
partenza ideale è una riflessione sul retaggio della body art: Matteo
Basilè omaggia Franko B con uno struggente ritratto, che rilegge in
chiave gay il modello cristiano della Pietà. Peculiari gli autoritratti
di Paola Zampa, che parte da radiografie del proprio corpo per giungere
a un confronto con i modelli della bellezza codificati dalla storia
dell’arte e ripercorsi attraverso il ricamo, simbolo di un sapere e un
sentire intimamente femminile. Alessio Bogani fa un discorso sulla
natura stereotipata delle narrazioni del corpo e del desiderio e sui
rapporti tra potere e orientamenti sessuali e identità di genere,
attraverso un’installazione che rilegge la devozione popolare
dell’ex-voto in chiave transessuale e una serie di lavori pittorici
ispirati alla pornografia vintage e al film “Salò o le 120 giornate di
Sodoma” di Pier Paolo Pasolini. Azt presenta una serie fotografica che
attinge all’immaginario dell’erotismo bondage per delineare un ritratto
di grande forza iconica, in una dimensione pittorica sospesa tra
tortura e piacere. Stuart Sandford porta avanti un lavoro fotografico
di taglio documentaristico sull’eros gay, soffermandosi sulla mimica
del volto che caratterizza il momento dell’orgasmo. Il progetto comune,
infine, di Zaelia Bishop e Fernanda Veron crea un cortocircuito tra
sapere testuale e codifica dei corpi, lavorando su un paradosso
metalinguistico di gusto surreale, giocato sull’ambivalenza della carne
in quanto elemento d’arte e pietanza da cucinare e da mangiare.
La
mostra prosegue idealmente il progetto Galleria Mieli, che ha
trasformato l’associazione in spazio espositivo. Nell’ottica di
apertura alla città propria del Pride, il Circolo Mario Mieli vuole
portare questa esperienza al di fuori della sua sede, collaborando con
Rialtosantambrogio. È un modo concreto per esprimere solidarietà alla
struttura, sulla quale incombe un ordine di cessazione delle attività
emesso dalla questura il 14 febbraio scorso