Bello: qui trovate qualche riflessione sullo spettacolo
"Vedendo Imperium de La Fura dels Baus risalta chiaro il segno dell'oppressione nella società contemporanea: ogni nefandezza sarà digerita, purché sia adeguatamente glam e mediatizzata. Il contributo del filosofo Alberto G. Biuso e quello di Mario G, la nostra live photo gallery.
"Cinque scene - El Miedo, Arengas, Domesticación, Conversión, Todas Muertas - descrivono la storia, le forme, gli obiettivi e il non senso del Potere. Di un Impero che prima che stare nelle cose abita le menti, le pervade, le adatta a sé anche quando esse sembrano ribellarsi.
In uno spazio affollato dagli spettatori, direttamente coinvolti nelle vicende e nella violenza rappresentata, si elevano piramidi, gru, corde. Da queste geometrie si staccano i soggetti del dominio, nel doppio genitivo di chi ordina e di chi subisce.
Tutte donne dai cui corpi si sprigiona la sensualità, l'implacabilità, la fecondità del comando.
La musica restituisce la raggrumata densità dei movimenti scenici, che sembrano tornare alla semplicità del gesto primordiale, quello che fonda insieme natura e civiltà, che dà e riceve morte, perché altro nelle cose non sembra darsi se non questa furia dei corpi: «la morte come desiderio si trova davvero ovunque, e non è necessario scavare molto nell’uomo per trarla alla luce» (Elias Canetti, Massa e potere)".
Queste brevi ma affilate parole ci offre Alberto G. Biuso, docente di Filosofia della Mente all'Università di Catania, a margine della visione dell'ultima performance furera, in cui abbiamo sudato insieme, con le 16 amazzoni catalane, fotocamera al collo e rischio di finire vittime dell'attacco frontale della compagnia!"
e qui una photo gallery fatta dal sottoscritto.
Spettacolo ideale per gente... come noi 
A presto, se lo vedete o ci andrete.
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