Dalla presentazione del calendario scritta da LaRoby:

Se i media ci dipingono male…noi ci dipingiamo da sole!!!

Siamo alla seconda edizione dell’iniziativa Transavanguardie che, per chi non ha seguito la prima, non è riferita alla corrente pittorica di fine secolo scorso, ma al gioco di parole che il termine contiene. Iniziativa realizzata in collaborazione con il maestro della luce Fudesan, per affermare il concetto esposto nel sottotitolo dell’iniziativa: “Se i media ci dipingono male…noi ci dipingiamo da sole.“
Come la volta scorsa, anche in questa iniziativa nel corso di serate spettacolo abbiamo riprodotto dal vivo ed immortalato negli scatti di Fudesan, opere pittoriche più o meno note, con figure transgender al posto dei personaggi.
Ciò che vogliamo dipingere è un’immagine che poche volte è riconosciuta, quella di persone che hanno conoscenze culturali, hanno talenti espressivi, hanno iniziativa proprio come ogni qualsiasi altra persona ha, ma che come categoria transgender, è un’immagine spesso non colta perché si preferisce portare agli “onori” della cronaca, situazioni che rasentano la morbosità più che le problematiche inflitte da una società non informata.
Desideriamo con la nostra ironia e preparazione farvi vedere che ci siamo, che abbiamo bisogno del vostro aiuto per la solidarietà su cose apparentemente elementari ma che per le persone tansgender e quelle in transizione in particolare, diventano a volte montagne da scalare.
Il tema pittorico di quest’anno sono “Ritratti di Dame”, quindi ritratti singoli di donne, donne che hanno ispirato l’artista che le ha ritratte….donne che hanno amato e sono state amate.
Come nella scorsa edizione desidero dedicare il calendario. Quest’anno è dedicato a tutte coloro che lottano per il loro diritto all’amore, alla realizzazione e conservazione legale del rapporto sentimentale, che spesso per leggi bieche e ingiuste, condanna a non riconoscere legalmente un’unione od addirittura ad una separazione legale chi separarsi non lo vorrebbe mai. In bocca al lupo Alessandra.