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Jay Wiseman sulla Sicurezza
di Jay Wiseman
inserito da Abatenero - 26/08/2015 - Letto 993 volte.

Chi é Jay Wiseman

N.B. Questo è il link alla versione originale dell'articolo, situata nel sito di Ambrosio, che ringraziamo per la cortesia di averci concesso il libero uso del materiale ivi raccolto. www.evilmonk.org


Note sul copyright. Ho scritto questo articolo nella speranza che fosse ampiamente letto e diffuso, e senza nessuna particolare aspettativa circa un ritorno finanziario. Perciò, autorizzo i seguenti utilizzi di questo articolo:

  1. Sono d’accordo se lo leggete
  2. Sono d’accordo se lo spedite via mail, senza modifiche ed includendo le note sul copyright, a destinatari adeguati
  3. Sono d’accordo  se lo postate, nella forma menzionata al punto 2, in qualche newsgroup o mailing list privati.
  4. Se lo inserite in un sito privato e gratuito, per favore inseritelo come menzionato nel punto 2, ed includete un link al sito di Greenery Press (http://www.greenerypress.com )
  5. Richiedo espressamente che otteniate il mio consenso prima di inserire questo articolo in un sito a pagamento, in un libro od in un periodico da porre in vendita, o in qualunque altra forma che richieda un pagamento.

 

“Sicurezza” è (una variente de) la prima parola del motto “Sicuro, Sano e Consensuale”, ma di cosa stiamo parlando, esattamente? Chi deve essere messo al sicuro da cosa, e quando, dove, perché, e come può avvenire? Per di più, come facciamo a sapere che quelle che consideriamo precauzioni di sicurezza ci mettano effettivamente al sicuro? Come vengono “seriamente testate” questa precauzioni?

Ok, un paio di cose: finchè c’è qualcosa nella tua vita che non vuoi perdere, o vedere rovinata, devi confrontarti con una certa dose di rischio. (per la verità questo è il motivo per cui qualcuno “che non ha più niente da perdere” può essere così pericoloso per coloro che invece ahnno ancora qualcosa a cui tenere). Il rischio può riguardare la tua vita, il tuo lavoro, la tua salute, i tuoi figli, il tuo denaro, qualunque cosa. E così sorge la domanda: in che modo queste cose sono a rischio? Cosa può essere fatto per ridurre il rischio?

Ci sono rischi ovvii associati alla pratica del BDSM. La maggior parte rientra in une di queste tre categorie: il benessere fisico, il benessere psicologico, ed il benessere della tua relazione col partner di gioco (e altre persone rilevanti). Che qualcosa possa andare storto è ovvio.La gente che frequenta la comunità sa di incidenti in cui le cose sono andate storte, con risultati che variano da qualche sentimento offeso a molteplici vittime. ( C’è stato quell’incidente in Canada – posso scovare le fonti, se mi costringete – a proposito di quelle due persone morte dopo essersi legate entrambe subito prima che la casa prendesse fuoco).

Sembra che ci siano due fondamentali approcci alla “gestione de rischio” nel BDSM. Si può pensare ad essi come l’approccio “Proattivo” e l’approccio “Reattivo”. Entrambi hanno i loro meriti.

Nell’approccio “proattivo”, uno riflette su quali Brutte Cose potrebbero succedere e prende appropriate precauzioni per ridurre la loro probabilità di accadere. In una certa misura questo è un approccio speculativo, e quindi potrebbe indurci a non prepararci per eventi altamente probabili, e/o altamente pericolosi. D’altra parte, potrebbe anche impedire completamente l’accadere di una certa Brutta Cosa (almeno a noi).

Nell’approccio “reattivo”, si prendono in considerazione quali Brutte Cose sono già accadute a noi o ad altri, e si prendono le appropriate precauzioni per ridurre la probabilità che accadano ancora (uno dei grandi benefici della facilità di comunicazione fornita dai forum come questo è che la gente può riferire a proposito degli incidenti nei quali è incorsa e consentire agli altri di imparare .da essi).

Come ho accennato sopra, si può forse meglio comprendere la Sicurezza considerandola come un concetto statistico. Se 500 persone fanno la cosa “X” ogni giorno per un anno, usando la Tecnica A, e la percentuale di lesioni che ne risulta è 100, mentre altre 500 persone fanno la stessa cosa “X” usando la Tecnica B, e la loro percentuale di lesioni risulta essere 23, allora si può ragionevolmente concludere che la Tecnica B è più sicura della Tecnica A. (Ovviamente, bisognerebbe studiare la questione più approfonditamente nei dettagli ed in tutte le implicazioni prima di trarre questa conclusione, ma dati come quelli esposti sopra costituiscono, come minimo, un notevole indizio).

Considerando l’approccio “reattivo”, è utile giocare al gioco che io chiamo “Segui la Patologia”. Quali tipi di Brutte Cose stanno effettivamente accadendo, e a chi, ed in quali circostanze, e quanto spesso?

Bene, vediamo. Cosa sappiamo?

Primo, la stragrande maggioranza delle fatalità relative al BDSM di cui ho sentito parlare riguardavano qualcuno che giocava da solo. La maggior parte di queste morti avevano a che fare con qualche forma di asfissia autoerotica (e ci si potrebbe del tutto legittimamente domandare se l’asfissia autoerotica sia, strettamente parlando, BDSM) o con qualche situazione di self-bondage andata storta (nel qual caso, il poveraccio coinvolto spesso ha sofferto per ore, o addirittura per giorni, prima di morire, finalmente; brrrrrr…)

Secondo, la stragrande maggioranza degli episodi di aggressione, abuso, stupro di cui ho sentito parlare coinvolgevano persone che giocavano privatamente con partner quasi sconosciuti in situazioni poco sicure. Gli psicopatici ed altra brutta gente non amano posporre la loro gratificazione, e generalmente vogliono avere a disposizione le loro vittime da sole ed in fretta – per questo non amano cose come gli appuntamenti conoscitivi senza gioco, giocare in pubblico ai party, eccetera, e soprattutto non vogliono sentir parlare di meccanismi di sicurezza come l’Allarme Silenzioso1.

(Ho parlato con molte persone – per la maggior parte donne sottomesse – che sono sopravvissute a queste aggressioni, e mi sono fatto un punto di chiedere loro: “Se il tuo partner fosse stato certo che una terza persona era al corrente di dove eri, con chi eri e cosa stavi facendo, e che ne avresti parlato con lui in un secondo momento, questa aggressione avrebbe avuto luogo?” In ogni singolo caso, sinora, la risposta è sempre stata “No”. Qualcuna mi ha anche raccontato di come il potenziale partner avesse completamente rinunciato al gioco quando loro avevano insistito affinchè  un simile meccanismo venisse posto in essere.)

Terzo, intossicazioni di un tipo o dell’altro, o da cause miste, sono chiaramente un “fattore essenzialmente concomitante” in molte storie di disastri BDSM. Ho ascoltato un’infinità di racconti che mi hanno portato a concludere che, non fosse stato per l’intossicazione, il disastro quasi indubbiamente non sarebbe accaduto.(Adesso non fatemi partire in quarta con la mia solita solfa che, se non fosse per l’abuso di alcol, il numero delle ambulanze in circolazione potrebbe tranquillamente essere ridotto della metà; sia sufficiente dire che ho imparato assai presto nella mia carriera di addetto alle ambulanze di emergenza che gli autisti ubriachi sono la causa di un’altissima percentuale di incidenti).

Quarto, ogni tanto si sente del BDSM usato come copertura per un autentico intento criminale. So di due casi, uno dei quali capitato nell’area della baia di San Francisco, in cui la persona A legò la persona B e poi la uccise. (in entrambi i casi l’assassino fu catturato – in realtà, nel caso della Baia di S, Francisco, gli assassini erano un uomo ed una donna).

Quindi, se stiamo parlando di due – o più – persone che si conoscono bene, e nessuno dei due è intossicato in modo rilevante, e nessuno dei due ha intenzioni criminali, il livello di rischio crolla decisamente. Posto che le persone coinvolte comunichino bene l’uno con l’altro (tenete presente l’adagio che dice che il primo incontro con un nuovo partner è quello che ha più probabilità di andare storto), e che entrambi imparino dall’esperienza, è probabile che possano giocare felicemente insieme per molti anni senza sperimentare quel che la NASA, così eufemisticamente, chiama “un’anomalia”, persino se non hanno mai ricevuto alcun “formale” insegnamento da libri, club, newsgoroup, eccetera.

Pure, gli incidenti ogni tanto capitano, e tecniche cattive portano a cattivi risultati, perciò è bene che i praticanti raccontino episodi a proposito di cosa ha funzionato bene per loro e cosa no.

Riguardo a quali precauzioni i praticanti dovrebbero prendere, io vedo due categorie generali, le precauzioni generali e quelle specifiche.

Le precauzioni generali sono quelle che si applicano alla maggioranza dei cittadini nella maggior parte delle circostanze. Per esempio, considerando che c’è una certa casualità riguardo a quando e dove una “emergenza” può occorrere, è ampiamente raccomandabile che tutti facciano cose tipo indossare le cinture di sicurezza, installare un allarme antincendio, imparare le basi del Primo Soccorso, eccetera ( Ancora, gli equipaggi delle ambulanze possono testimoniare di prima mano di come persone che realmente mettono attenzione in quel che stanno facendo possano nondimeno essere talvolta travolte dalle circostanze, e questi incidenti lasciano impressioni profonde. Sono passati più di venti anni, ma io ancora ricordo la risposta ad una particolare chiamata in cui un ubriaco, tagliando la linea di mezzeria, provocò uno scontro frontale con un’automobile con all’interno un papà, una mamma ed un mucchio di ragazzini).

Le precauzioni specifiche hanno a che fare con i rischi specificamente associati al BDSM. Perciò insegniamo cose come conoscere bene l’altra persona prima di lasciarsi legare strettamente, tenere a portata di mano forbici di sicurezza, eccetera.

C’è talvolta un po’ di confusione tra precauzioni generali e precauzioni specifiche. Per esempio, come molti di voi sanno, occasionalmente tengo lezioni di Primo Soccorso e Rianimazione Cardiaca alla comunità pervy, ed in effetti capitano di tanto in tanto casi di svenimento, dolori al petto, ferite, colpi apoplettici e persino arresti cardiaci durante una scena BDSM ( data la natura di quel che facciamo, siamo sottoposti in qualche misura ad un maggior rischio che qualcosa del genere accada), ma a i miei studenti capita assai più spesso di utilizzare quel che imparano al di fuori della “scena” che non al suo interno.

Perché le discussioni relative alla sicurezza nel BDSM annoiano alcune persone? Per conto mio, in parte è perché queste discussioni “rovinano l’illusione”. Alcuni di noi (e, per favore, che nessuno se la prenda personalmente; non è mia intenzione additare qualcuno o mancare di rispetto ad alcuno) vogliono apparire come “pericolosi predatori”, o qualcosa del genere. Per parlare di sicurezza bisogna di solito rimuovere il camuffamento almeno per un po’, e questo – dannazione – finisce per rivelare la persona fondamentalmente per bene nascosta dietro la maschera.

Un altro motivo per cui le discussioni sulla sicurezza danno fastidio a qualcuno è che un buon numero di “noi” – particolarmente tra coloro a cui mi viene da pensare come ai “ciber-anarchici” della Rete – sono giusto stramaledettamente dannatamente sicuri che nessuno si possa permettere di Dirci Quello Che Dobbiamo Fare, non importa quanto nobili (e di solito orribilmente e dannatamente autoreferenziali) siano i loro motivi. Questa gente può, occasionalmente – ed in genere alquanto a malincuore – concedere che ci può essere qualche strano, minimo, particolare tecnico di informazione che effettivamente non conoscevano già, e – di nuovo piuttosto a malincuore – ringraziarci per averlo condiviso, ma non aspettatevi di essere amati per averlo portato alla loro attenzione. Dio li ama tutti.

Così, a cosa ci porta tutto questo?  Beh, noi impariamo per tentativi ed errori, e (se sopravviviamo all’errore) riferiamo su quello che ha funzionato o non ha funzionato così bene. Nel corso del tempo una gran quantità di informazioni si accumula. Chi decide, alla fine, chi ha ragione e chi ha torto? Per come la vedo io, la decisione la prende Charles Darwin.

 

Note

1.      “Silent Allarm”. Con questo termine Wiseman intende la pratica di lasciar detto ad un amico fidato con chi, dove e quando ci si incontrerà, e di stabilire degli intervalli di tempo allo scadere dei quali una telefonata rassicurante confermerà che tutto procede bene. In assenza di queste telefonate si ritiene per default che la persona che avrebbe dovuto telefonare sia in pericolo. Dopodichè, si suppone che l’amico fidato, oltre a prendere atto della situazione, faccia anche qualcosa in proposito.

 



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