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Per un BDSM intersezionale
di Lancelot
inserito da slaveromano71 - 18/04/2021 - Letto 2237 volte.
Per un BDSM intersezionale
di Lancelot*

"Il sesso non riguarda quasi mai il sesso" (Shirley MacLaine)

Nel corso degli anni, alcune istanze di libertà e di fluidità, nel campo dell'identità di genere ed orientamento sessuale, nuove dinamiche di potere e nuovi kink hanno finito per essere "assimilati" all'interno del mondo BDSM, sino ad allora concepito esclusivamente in un'ottica binaria di genere, sia nella concezione sadomasochista che fa riferimento a Von Sacher Masoch e Sade, sia in quella Gay leather che, alla metà degli anni '80, fornisce un contributo organico alla nascita dell'attuale acronimo e del BDSM basato sul codice S.S.C..  L'assimilazione si realizza, per lo più,   attraverso l'inclusione delle nuove istanze nella scena e nelle pratiche codificate senza, tuttavia,   che tali istanze  divengano patrimonio generalizzato  della comunità. Manca, o è ancora in stato embrionale, la formazione di uno spazio comune di riflessione ed "incontro" fra i diversi mondi della sessualità "alternativa" non normoconformata (poliamore, queer, bdsm). Incontro da realizzare nella logica dell'intersezionalita', secondo un approccio queer e antisessista. 

Il mondo BDSM, nelle sue diverse forme di espressione, ha spesso tollerato e tollera messaggi sessisti e patriarcali, come i riferimenti al "mitologico" mondo Goreano o al suo contraltare ginarchico: "una immondizia" sessista e  patriarcale, spesso alimentata dall'assenza di riferimenti  sociologici o filosofici su tale forma di sottocultura delle sessualità non tradizionali.  Permane incredibilmente elevato il numero di persone che praticano costantemente il bdsm e che integrano nei loro comportamenti atteggiamenti sessisti o    omotransfobici;  

Il BDSM non è l'unico mondo in cui si riscontrino forme di intolleranza o di pregiudizio verso altri soggetti che manifestano orientamenti o comportamenti  sessuali non rispondenti al mainstream delle relazioni sociali tradizionali. 

Anche nel vasto ed articolato movimento femminista si registrano forme di esclusione e di intolleranza, quali quelle espresse dalle femministe Terf (Trans-exclusionary radical feminism, ovvero quelle femministe radicali convinte che "donne si nasca e non si diventi",  che rifiutano di concepire le donne trans come donne ed in genere avversano le persone trans o transgender, rifiutandosi di accoglierle all'interno del movimento femminista) e Swerf ("Sex Worker Exclusionary Radical Feminist”, femministe radicali sex worker escludente, ovvero femministe che non accettano le donne impegnate in qualsiasi forma di prostituzione volontaria e la prostituzione ritenuta una forma non ammissibile fra i comportamenti legali ed etici). 

Il più delle volte tali forme di intolleranza ed esclusione derivano da fobie di varia foggia e natura; tal altra da cattiva conoscenza dei fenomeni oggetto di indagine. 

La stessa "liquidità" della definizione contenuta nell'acronimo BDSM e l'assenza di posizioni consolidate della comunità filosofica e sociologica, rende ancora complessa una definizione univoca del fenomeno. 

Tuttavia, definire le caratteristiche ed i valori di tali forme di interazione sessuale è importante. Non  solo per il significato "identitario" che assume per i membri di tale comunità: la definizione e la descrizione dei confini delle pratiche e dei comportamenti sono funzionali anche a riconoscere il confine fra la pratica sessuale alternativa (o complementare a quella genitale), la parafilia e la patologia. La stessa psicologia non è sempre concorde nel giudizio o nella valutazione circa le pratiche BDSM.

Se poi ci incamminiamo sulla ricerca di fonti e riferimenti scientifici e letterari che "leggano" il BDSM in una chiave intersezionale, i riferimenti si fanno ancora più laschi e rarefatti. Le riflessioni antropologiche e sociologiche  più interessanti sono sicuramente contenute nell'opera del filosofo Deleuze e in quella dell'antropologa vivente Gayle Rubin. Ulteriori riferimenti si ritrovano anche nella letteratura di Paul B. Preciado.

L'obiezione o la giustificazione al disinteresse che molti BDSMers manifestano su tali tematiche sono di vario tipo. Talvolta, consistono nel rifiuto, riscontrabile in alcuni di coloro che praticano comunemente il BDSM, di considerarla una forma di sessualità "alternativa", rispetto a quella normoconformata o percepita come tale dall'opinione pubblica prevalente; tal altra dalla non volontà di interrogarsi sull'origine e le conseguenze delle proprie pulsioni. Altre motivazioni, ancora, sono di natura politica e derivano dal rifiuto di integrare l'ideologia gender o non binaria o di approfondire gli aspetti  etici connessi ad alcuni comportamenti sessuali. Quale che siano le motivazioni, esse contribuiscono a costruire il preconcetto che il BDSM non debba avere finalità "politiche" altre, rispetto a quelle di emancipare tali forme di sessualità all'interno di quella "tradizionale".   

Ciò è riscontrabile anche nel fatto che, mentre esistono codici e protocolli che integrano aspetti etici nei comportamenti all'interno della relazione fra i BDSMers o della scena BDSM (come quelli legati al consenso o alla sicurezza), con l'intento di censurare comportamenti ritenuti non ammissibili (ad esempio abusivi o manipolatori, o connessi a pratiche che coinvolgano persone o esseri animali "non senzienti"), sono assenti, invece,  codici e protocolli che integrino altri aspetti etici connessi al rispetto dell'identità di genere, all'orientamento, agli stili di vita, alle non monogamie etiche (poliamore, anarchia relazionale, ecc.).

Può il BDSM, in un tempo ed in uno spazio in cui si assiste ad una straordinaria e preoccupante recrudescenza nella restrizione dei diritti civili e delle libertà sessuale ed in cui  femminicidi  e le molestie sessuali sono all'ordine del giorno, non integrare aspetti ed istanze  che vengono avanti da altri settori sociali? E può un BDSM riconosciuto e tipizzato fra le forme di sessualità che la società approva, essere, ad esempio, omofobo, transfobico  xenofobo o sessista o, ancora, escludente o disinteressato rispetto ad alcune categorie di persone? 

Infine  le definizioni in materia di comportamenti ed orientamenti sessuali sono utili anche per permettere agli altri  una rapida, ancorché non esaustiva, riconoscibilità al fine di effettuare scelte di interazione consapevoli, da integrare poi con gli aspetti sensibili connessi alla specialità e alla particolarità della persona umana.

La integrazione degli aspetti sensibili potrebbe porsi su un piano di intersezionalita', che non ammette alcuna forma di violenza, abuso, sfruttamento, discriminazione sessuale, etnica o legata all'abilismo,  considerando accettabili tutti gli stili di vita, gli orientamenti ed i comportamenti di libertà sessuali improntati al rispetto dell'autodeterminazione della identità di genere, di orientamento e  comportamento sessuale.

Il concetto di intersezionalita' nei rapporti sociali fu mutuato per la prima volta dalla giurista ed attivista  statunitense Kimberlé Crenshaw nel 1989, per descrivere la sovrapposizione basata su assi di status ed identità sociali diverse e per spiegare come un medesimo soggetto potesse essere a sua volta destinatario  di  discriminazioni ed  oppressioni di tipo differente, sulla base della razza, della classe o del genere o delle abilità riconosciute.

Analogamente, il femminismo intersezionale cerca di fornire una risposta 
a tutte quelle identità  che non possono riconoscersi nelle teorie della differenza sessuale mutuate dal femminismo della terza ondata  (identità non binarie di genere,  bdsmers), prendendo le distanze quindi dal concetto stesso di "femminismo delle differenze" di terza ondata, che ricerca i motivi del dominio maschile nella differenza sessuale. 

Per le femministe intersezionali il sessismo non agisce in modo indipendente da altre forme di oppressione (razzismo, disuguaglianza economica, omofobia) bensì in modo interconnesso, creando un regime  oppressivo basato su una pluralità forme di discriminazione, cosicché non è possibile combattere efficacemente una forma di sfruttamento senza farsi carico delle altre.

Così come il femminismo intersezionale assume un femminismo capace di reagire ai diversi assi di oppressione che riducono le opportunità e la libertà personale (non solo l'asse di oppressione sessista "maschio vs femmina" ma anche quello etnico "bianco vs nero", quello economico "ricco vs povero", quello abilista "dotato di capacità fisiche/psichiche vs persona diversamente abile", ecc.), Una svolta nel pensiero femminista, nella capacità di comprendere la pluralità e quindi l’unicità delle singole persone, avviene con l'opera della filosofa post - strutturalista Judith Butler, per la quale le identità sono "il risultato della ripetizione di atti e discorsi specifici che, performati, divengono norme comportamentali e come tali formano le stesse possibilità identitarie di ognuno", La Butler si pone critica rispetto al femminismo delle differenze, accusandolo di aver riproposto, attraverso la differenza sessuale, dei parametri normativi che sono proprio alla base delle discriminazioni e delle esclusioni che si vorrebbero superare. Per la Butler non è possibile una battaglia fondata sull'identità di genere o sul sesso biologico per contrastare il regime patriarcale, proprio perché il sesso e il genere sono prodotti del regime eteronormativo. Occorre dunque una politica dell'autodeterminazione, che parta dalla considerazione che anche il genere è un prodotto sociale. Sono queste le premesse per la elaborazione di una teoria Queer, contro le identità imposte dal potere, in un'ottica di femminismo intersezionale.

Quali concetti, dunque, potrebbe integrare un BDSM intersezionale? Innanzitutto, dovrebbe farsi carico di dinamiche di gioco di potere non solo  legate al sesso o al genere ma basate anche su temi assolutamente nuovi: il poliamore, l'inclusione delle identità non binarie di genere ed il riconoscimento della fluidità di genere, l'impatto delle scelte delle relazioni basate su dinamiche di potere sulla famiglia, terze persone e società.

Questa ricerca di un Bdsm intersezionale utilizza le strategie decostruzioniste di  Deleuze e Gayle Rubin, volte a destabilizzare  il binarismo basato sulla dicotomia maschile/femminile, insita nei rapporti sociali consolidati.

Va detto, peraltro, che il punto di vista del movimento femminista sul BDSM non è univoco (la stessa Butler ha una posizione fortemente critica). Una parte consistente all'interno del movimento avversa le pratiche sadomaso, ritenute funzionali all'espressione di una sessualità al servizio del patriarcato; altre la considerano come un'espressione della libertà sessuale ideale per il femminismo, facendo leva sul consenso informato e sulla negoziazione.

Un BDSM intersezionale è un BDSM, insomma, capace di riempire di valore il concetto di "consenso" e quello di "sicurezza", censurando e mettendo al bando in maniera decisa ogni forma di sessismo, bullismo,  abilismo, Mansplaining, omotransfobia e xenofobia. E che si faccia carico degli aspetti più deteriori ancora insiti nei rapporti sociali contemporanei.

Se il BDSM vuole trasformare i rapporti di potere da "imposti o subiti", sulla base di differenze di genere, di etnia o di classe o delle ineguaglianze sociali, in un gioco che, attraverso l'eccitazione sessuale, sublimi i rapporti di potere stessi, erotizzi gli eccessi del mondo e li ponga al servizio dei sensi e del benessere reciproco, allora non può non farsi carico  delle poliedriche identità, della fluidità di genere ed orientamento, delle molteplici forme dei rapporti sociali che muovono da nuove istanze di autodeterminazione e propongono schemi relazionali anche alternativi rispetto al modelli monogamico normoconformato prevalente.

* Slaveromano71 su Legami
Bibliografia essenziale

Michael Bader, Eccitazione. La logica segreta delle fantasie sessuali.
Judith Butler, Fare e disfare il genere.
Gilles Deleuze, il Freddo e il Crudele.
Paul B. Preciado, Manifesto controsessuale.
Paul B. Preciado, Testo tossico.
Gayle Rubin, Deviations
Gayle Rubin, Blood under the Bridge: Reflections on 'Thinking Sex pubblicato in Journal of Lesbian and Gay Studies, numero speciale "Rethinking Sex".
William Simon, John H. Gagnon, Outsiders sessuali - le forme collettive della devianza sessuale.
Clarisse Thorn, The S&M Feminist Viste femministe sul BDSM.
Jessica Wakeman, sul Bdsm nel suo articolo "First Time For Everything: Getting Spanked".






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